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Il gioiello “dea brada”, ovvero dea selvatica e incontaminata, vuole essere testimone concreto della natura rurale e pura dei calanchi bolognesi nei quali sono stati raccolti i materiali
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Il gioiello “dea brada”, ovvero dea selvatica e incontaminata, vuole essere testimone concreto della natura rurale e pura dei calanchi bolognesi nei quali sono stati raccolti i materiali caratterizzanti l’opera. Le galle di roverella, protuberanze legnose a forme variabili dalla sfera legnosa all’anello di artigli, che si perdono nei rami come nuovi germogli, e le bacche di prugnolo, perle blu-azzurre di bassi cespugli, pronte per essere raccolte già in agosto e che essiccate e lucidate, si trasformano in gemme uniche e inestimabili, esprimono la potenzialità che il nostro creato ci offre.
I frutti dei calanchi vengono trattati conservando la loro perfezione naturale, senza alterare o modificare forma e colore; così trasformati e valorizzati sono nuovi elementi, nuove perle preziose che mischiate a sagome d’ottone ritagliate a mano con finitura lucida, satinata e punzonata, e insieme a piccoli elementi luminosi come perline in oro e barrette violacee, creano una nuova composizione naturalistica di rami, foglie e frutti: un opera d’arte e un gioiello sofisticato ed emozionale.