L’artista è sempre stata affascinata dalla rappresentazione della divinità al femminile, simbolo del potere che ogni donna ha dentro di sé. Riprodurla in varie forme è per lei come un tentativo di esorcizzare le continue discriminazioni di genere nei confronti del cosiddetto “sesso debole”. Senza volerlo, seguendo l’ispirazione del momento, durante la loro creazione, le sue figure si caricano di segni e simboli di storie passate, di miti e di immagini che si sono fissate nella sua mente, dando vita a una e mille donne insieme. L’opera è stata realizzata principalmente al tornio, in più parti separate e poi montate insieme e modellate. Particolare è la tecnica usata per realizzare il mantello: “tirata” una sfoglia di argilla su di un supporto in tessuto per poterlo modellare senza rischi di rottura; il tessuto è stato poi combusto in cottura. È stato usato uno smalto contenente rutile e sono stati sottolineati alcuni particolari utilizzando ossido di ferro. Il pezzo è stato cotto in forno a fiamma aperta alla temperatura di 1285 °C, in atmosfera riducente.