L’opera in questione trasforma in scultura la figura di un uomo al ritorno dal lavoro nei campi. Il forte legame
con il territorio e la memoria di un passato che è stampato nei ricordi, ha portato l’artista a tirar fuori
quella parte di sè che ha vissuto il tempo in cui il lavoro di campagna era fonte primaria di sostentamento
per intere comunità. Se l’artista guarda indietro, alla sua infanzia, vede ancora le immagini del tramonto
e del ritorno a casa dei braccianti. L’opera in questione cerca in qualche modo di rimandare alla mente le
forme decise della corporatura e la forza degli uomini di un tempo. Per questo ha deciso di dare alla scultura
le dimensioni reali di un corpo umano. Le differenze di tonalità del legno, ottenute utilizzando legno
listellato ricoperto con tranciato precomposto, sono state sfruttate al fine di “vestire” la figura, facendole
indossare idealmente pantaloni e gilet tipici dell’abbigliamento contadino. Unita a questa riproposizione
scultorea della figura dell’uomo, vi è il desiderio di proporre un’opera che in qualche maniera si presta ad
un utilizzo quotidiano e che si stacca dall’essere arte fine a se stessa e diventa arte da toccare, esplorare
e perché no usurare.