Pittoscultura su sfondo nero su cui troneggia un busto femminile tagliato in tre parti. La superficie dipinta
ha memoria della pietra, con significati floreali dorati in continuo farsi e divenire. I segni tracciati in profondità
si svolgono con respiro lento, ma il rilievo nel suo movimento provoca fremiti intuitivi tra ombre e
luci mutevoli. Emerge con prepotenza il seno dal corpo, quasi spietato, ma che sa proporre una sensualità
che affascina. Una composizione che porta a ricomporre nell’armonia dell’arte le lacerazioni della vita.
Un’opera al femminile, il dolore simbolico della divisione espresso attraverso i tagli, da un significato che
forma la sofferenza della donna. Un corpo ridotto, privo di braccia, testa e gambe, tramite cesure nette,
allo stato di frammenti, dove lo spezzettamento si riassume nella compostezza delle forme che caricano
la figura di un’aurea simbolica e sospesa nel tempo, in una dimensione piena di echi surreali. L’identità del
corpo femminile è negata dalla mancanza del resto. L’opera nella sua contemporaneità rispecchia le sofferenze
del mondo e per assurdo il corpo si può recuperare solo per pezzi, che si rivelano però compiuti
e sintetici nella loro frammentarietà.