Vaso-scultura in creta rossa realizzata a mano con la tecnica del colombino e l’ausilio di un tornio manuale. Gli smalti utilizzati sono al manganese per il nero e al selenio per il rosso. Questa vaso-scultura si chiama “Donna becco” perché il tratto somatico più evidente è senz’altro l’enorme naso. L’opera rappresenta l’elaborazione irriverente del ricordo di una persona un po’ bacchettona e piena di strane abitudini conosciuta molti anni fa. Di lei, nella sua opera, ha voluto mettere in risalto, attraverso l’uso del colore, l’enorme vitalità ed eccentricità; mentre la forma, giocando con pieni e vuoti, vuole stimolare l’osservatore alla ricerca di un ricordo personale per associazione. La nuca resta aperta in cima, a ricordo di una frase che la sua musa ripeteva sovente: “aprite la mente, dovete aprire le vostre testoline al nuovo!”. Realizzata in creta rossa e smalti ceramici rosso e nero per la lavorazione dell’opera sono state usate solo le mani; dopo aver lavorato la creta sono stati creati dei lucignoli o colombini (sottili corde di creta) che sono stati poi inseriti e sigillati uno ad uno su una base di creta. Il supporto, su cui girava la vaso-scultura in corso di lavorazione, è il tornio manuale.