La filosofia concettuale che è alla base di quest’opera è il recupero. Secondo l’artista ci sono moltissime
cose da riprendersi per cercare di migliorare la vita su questo pianeta, riutilizzando, anziché gettando via,
quelle che sono già servite a fare ciò per cui sono nate per darle un’altra occasione: una seconda vita.
L’artista crede fermamente nel fatto che il rispetto sia una cosa imprescindibile per migliorare le nostre
vite; per questa ragione bisogna imparare a rispettare tutto ciò che ci circonda. L’opera è formata da due
diversi legni: una parte è noce nazionale, l’altra è teck, che costituiva il fasciame di una navetta d’epoca
andata a fuoco e poi affondata nel porto di Cannigione in Sardegna. La parte metallica è stata ricavata da
un attrezzo agricolo che solitamente è attaccato ad un trattore, un’asta di circa due metri con una serie
di denti che servono a tagliare l’erba. All’interno la conchiglia ha una perla, una semplice biglia d’acciaio.
I legni sono incollati fra loro.