Era il dicembre del 2000 e l’artista era immersa nella lettura del primo romanzo di Harry Potter. L’immagine
dei Gufi, proposta nel racconto, il riscatto di una creatura dalla sinistra reputazione, l’ha affascinata
al punto di volerne creare uno da tenere in casa, con i suoi occhi luccicanti come gemme preziose e le sue
ali di luce che avvolgono come un caldo abbraccio. Da allora ne ha prodotti svariati esemplari, di dimensioni,
colori e personalità diverse tra loro. La personalità deriva dal fatto di “stressare” l’argilla, ovvero di
portare la prima fase di lavorazione fino al limite di resistenza, così da lasciare che la forza di gravità faccia
il resto. Viene realizzata a colombino la prima parte della forma, una sorta di “ciotola” molto allargata.
L’argilla, lasciata a riposare, tende a collassare determinando quindi la corporatura e la posa dell’animale.
L’artista si limita ad assecondare questa sua impostazione; le piace pensare sia il gufo stesso a decidere
come vuole diventare! La scelta della terra rossa classica è dovuta alla sua elevata plasticità che favorisce
la prima fase di “collasso”. È una terra meno pura rispetto ad altre, che rimane coerente con un soggetto
che intende riscattarsi da una reputazione tanto “oscura”. “Da qualcosa considerato poco pregiato può
nascere una meraviglia”.