Il vaso è interamente fatto a mano con la lavorazione a tornio. La serie “Proliferazione” rompe il solido bordo domestico del vaso per subire i processi di trasformazione organica presenti in natura. La ceramica, da sempre simbolo dell’oggetto di uso domestico del mégaron, è costretta a mutare. È fragile e anch’essa precaria. La ceramica subisce lo spazio che la circonda, le volontà dell’utente che la usa e il tempo. Non è più immutabile, statica e non è più una presenza solida nella casa. I bordi si fanno labili. Tutto diventa mutevole, soggetto al divenire di fenomeni organici e batterici come se la ceramica fosse più simile a un organismo che vive, muore e si trasforma con processi che sembrano esplosioni cellulari pronte a espandersi in qualunque punto della casa in maniera autonoma e incontrollabile. Con pazienza ogni singolo “batterio” in ceramica è posato a mano. Il metallo, che ha la particolarità di resistere alle alte temperature, permette di creare piccoli volumi “volanti”. Il colore della proliferazione è intenso, quasi alieno e in “Proliferazione in blu” sembra quasi plastico e crea un vero senso di trasformazione della superficie del vaso bianco lucido “classica” in qualcosa di continuo, movimentato e in costante espansione.