La biforcazione di un vecchio tronco di sughera lascia immaginare la traccia di un sentiero all’artista. All’inizio non c’è altro; solo liberando dal tronco questa parte primitiva e significativa al tempo stesso, potrà scaturire l’immagine più complessa, il dinamismo di più elementi che genera una storia. La rude motosega, utile modernità, lo aiuta in questo primo passaggio; poi passa a strumenti più gentili e antichi. Le sgorbie di varia foggia, le lunghe carteggiature dalle grammature più grosse a quelle più fini, le dolci finiture a stoppino con gommalacca e l’abbondante cera d’api strofinata energicamente con panni di cotone, lo aiutano finalmente a realizzare una figura astratta a cavallo del mondo, una guida, un condottiero, entità saggia o follia curiosa che indichi al viandante cieco o semplicemente sperduto la via sicura.