Dalla radice di un vecchio pioppo si staccano due radiche, simili nella foggia. La lunga vita sotterranea lascia
una patina di terriccio che maschera ulteriormente il significato che ancora nascondono. Cheri prova
ad accostarle, in qualche modo, e subito gli pare di cogliere un’intima vibrazione, più da definire e dominare
che da liberare. Con un paziente lavoro di sgorbia e una carteggiatura mirata, le due radiche, lentamente
cominciano a manifestarsi per quello che realmente sono: due note musicali, ancora poco intonate e
lontane tra loro, ma già riconoscibili nel loro slancio verticale. Passa alla stoppinatura con la gommalacca,
almeno una decina di passate, e quindi alla finitura con vera cera d’api. Ora accostarle è facile, paiono sfiorarsi
e baciarsi. La suggestione è di cogliere, nella combinazione delle due note, “l’attimo” in cui da questa
unione si genera il ricordo armonico. Diventano due linee melodiche forse contrapposte, forse divergenti
che in quel frammento, isolato nella scultura, trovano il senso per nuovi equilibri e ulteriori percorsi.