Pallaoro è affascinato dall’idea di richiamare, sia pure marginalmente, l’arte oceanica (sopratutto quella
australiana) e africana. Entrambe, pur essendo geograficamente molto lontane, hanno in comune molti
elementi di tipo tribale. Da qui, l’ispirazione di creare quest’opera dal forte valore simbolico, lineare, geometricamente semplice ma al contempo elegante, una forma “pulita” che unisce antico e contemporaneo
e che racchiude in sé un concetto di unione, come lo può essere per l’appunto un totem. Anche in
Australia, il totemismo è ben rappresentato nella cultura artistica aborigena. Nascono così le geometrie
essenziali del vaso, con le due fasce scolpite composte da tanti piccoli solchi. Le fasce, partono dal basso,
si separano per poi ricongiungersi in alto come ad entrare nel vaso esprimendo così un’azione “totemica”
di ricongiunzione e di condivisione anche con lo stesso materiale ligneo. L’opera, non si riduce quindi a
semplice oggetto o complemento d’arredo, ma diventa scultura sprigionando una sua carica mistica ed
emotiva, un elogio al tribale in veste moderna.