Spazio occupato da un corpo di donna disteso, non luogo, luogo virtuale, assenza di memoria, tempo
assoluto che “decide” il principio e il termine e si libera nel segreto abbandono. È il momento in cui si
oltrepassa il carattere onirico della propria esistenza, dove non c’è più il desiderio di possedere, di combattere,
e le luci delle illusioni si sono spente. In modo incoerente avrebbe voluto assumere una forma più
precisa, come una tellina aggrappata allo scoglio che emerge da cumuli di onde, ma è racchiusa in questo
spazio che ritrae se stessa, che si dimentica di sé e della vita degli altri come se fossero appartenenti a
un altro mondo, un mondo precedente al suo che è preludio alla percezione della sua solitudine. Come
relitto disperso in questa irrealtà, spogliata anche del proprio corpo, questa si lascia andare al mulinare di
atmosfere dischiuse, in cui passato e presente sono dissolti e dove si può immergere nell’incanto di una
libertà ritrovata. Scultura in terracotta, eseguita con la tecnica della modellazione a “tuttotondo”.