Sculture che maturano lentamente, come lentamente maturano le emozioni da cui originano, non progetti ma manifestazioni di un istinto a comunicarle, in un dialogo rispettoso di tutte le individualità in gioco: l’artista e... “il tronco”, materia viva con un suo carattere, nervature, nodi ed energia. “Distillato di esperienza” le definisce. Ciò che ricerca la scultura di Venzo è il recupero di un autentico rapporto con la natura, memore dell’amore per la montagna e per il legno che gli è stato trasmesso fin da piccolo da suo padre e che col tempo è stato arricchito dalla suggestione dei piccoli e pazienti riti per la preparazione del legno che appartengono al patrimonio culturale delle nostre terre. La spazialità, nelle forme non figurate delle sculture di Venzo, si presenta come relazione equilibrata di “pieni” che battono e “vuoti” che controbattono, una nota e una pausa, entrambe voci di una stessa frase musicale. Con il gioco dei volumi, dono dell’artista, vien fuori la capacità di “visualizzare le forme” nel loro complesso e di valorizzare le singole parti all’interno del gruppo. L’opera di Toni Venzo riporta al gusto dell’essenzialità, del germoglio della forma pura, un gusto che per la nostra tradizione ha il profumo del legno, della naturalezza, della scelta dello sguardo positivo.