L’opera chiamata “Testa di cavallo”, è stata eseguita con la tecnica dell’intaglio diretto dal blocco grezzo
di marmo di Carrara “intuitivamente” senza l’ausilio di bozzetti preliminari. L’artista ha cercato di scolpire
solo le linee essenziali, i tratti distintivi del soggetto, per dare più enfasi alla potenza della natura intrinseca
della testa equina, ricercando quasi le origini primordiali dell’animale. Pasquale ha cercato di immaginarlo
come Bucefalo il cavallo di Alessandro Magno: stazza imponente (molto più grande degli altri cavalli
dell’epoca), fronte larga, narici distanti, profilo leggermente concavo. Pasquale lo rappresenta fiero e
potente, con lo sguardo sicuro di sé che incute anche un po’ di preoccupazione in chi lo osserva. È come
se il cavallo manifestasse la sua volontà di essere libero e selvaggio privo di qualsiasi vincolo; scolpito nel
momento prima che il suo padrone lo domasse.