“La scultura è una presa di possesso dello spazio, una sorta di dominio dello spazio”. Questa è la considerazione che muove l’idea che l’artista ha della scultura, essa riempie gli spazi cavi e gli interstizi, è qualcosa che si fa corpo. Il tutto nasce tagliando un semplice cartoncino, materiale esile, disposto a reagire in modo imprevedibile ma controllabile, senza un’idea precisa, con il blocco di marmo posto al suo fianco. L’artista inizia a tracciare le linee principali e armata di mazzuolo e subbia comincia a togliere materiale fino a
quando non si delinea un abbozzo di forma. Giorno dopo giorno e con l’utilizzo del martello pneumatico
raggiunge finalmente la forma voluta che rispecchia l’idea che l’autrice voleva trasmettere. L’opera è
realizzata con marmo Bianco P, un blocco unico scolpito con martello pneumatico e scalpelli, frullino,
pietra levigatrice e carta vetrata nelle varie misure. Poggia su un parallelepipedo di ferro 25x25x105 i cui
quattro lati sono stati saldati.