Donna e design, queste le parole che descrivono questa scultura. Il totem destrutturalizzato, il divisionismo
russo di Archipenko, la figura di una donna che si muove e il geometrismo che si sposta in dinamismo,
citando Boccioni e Brancusi, la scultura viene da esperienze sciamaniche alle quali Pellegrini unisce un pizzico
di design, essendo architetto e non trascurando mai il grande insegnamento che gli ha trasmesso lo
studio sulle sculture degli aborigeni australiani e dei moderni mistici. Primitivismo nel design contemporaneo,
a ciò aggiunge una passione fortissima per la scultura di Henry Moore, per le sue forme così primitive
ma allo stesso tempo cosi moderne, cercando di unire la linea curva con quella spezzata nell’armonia e
nell’equilibrio degli opposti. La dialettica degli opposti infatti, è stata base dei suoi studi in sinologia e ha
caratterizzato fortemente le sue opere. Il vuoto in relazione con il pieno e viceversa è la forza che ne trae
la scultura quando il bilanciamento di questi ha armonia.