La ricerca dei particolari nella lievitazione dei materiali e nella flessuosità delle linee da creare, procura
piacere a livello evocativo. È un lavoro sulla memoria del vissuto come recupero delle esperienze e delle
emozioni da riportare a livello visivo prima per l’artista e poi a chi legge l’opera come stimolo alla riflessione
e all’immaginazione di sogni e di percorsi. Il gioco delle parti è dunque affidato ad un gusto fantasioso
della composizione, ma anche al senso preciso dei rapporti volumetrici. Questo implica l’approfondimento
di una narrazione più soggettiva ed emozionale, che tuttavia non rinuncia al rigore dell’impaginato, alla
razionalità progettuale e alla preveggenza della visione finale. Il sottile lavorio sulla forma non si definisce
dunque solo nel mero recupero di un mondo residuo, ma si propone come festoso gesto creativo per far
rinascere o risvegliare i resti concreti della nostra memoria materiale. Nella “Fuga dell’angelo” un’ala è
rimasta nel passaggio. Un sogno si è svelato nei meandri dei pensieri e ha ravvivato le fantasie infinite
portando gioia e allegria nell’esperienza della vita, giocando nei percorsi più arditi e le risalite del sorriso.
Un’esperienza positiva che ha lasciato il segno e ha segnato la direzione per continuare ad andare avanti!