“Pittovenere” è un’opera del 2009 in plastica decorata con acrilico multicolore. Viene esposta a muro o in un sacchetto speciale dal fondo nero. L’opera, sostanzialmente bidimensionale anche se riporta una profondità di 15 cm con una vetta di 25 cm, è cava internamente. Il materiale ultraleggero è anche trasparente e quindi permette alla luce di attraversarlo; proprio il cambiamento di luminosità che viene a crearsi a seconda della sua esposizione ad una fonte luminosa, dona all’opera una certa aurea accattivante. Le pitture rappresentano visi e testine dalle varie espressioni e movenze, quasi una grafia automatica da parte dell’artista che mette in contrasto l’assenza degli arti e della testa della “Venere”, classicamente così codificata nell’estetica tradizionale, con la presenza di teste sostitutive e popolari, che richiamano il melting pot odierno. L’opera, ricongiungibile ai manichini metafisici, perde la sua ieraticità grazie al movimento espresso dalla parte pittorica. Quest’ultima è tipica della poetica dell’artista che vede nella rappresentazione della densità popolare la velocità dello scambio culturale e di relazione. Velocità, leggerezza e fluidità sono i temi proposti dall’artista in questa opera.