Dovendo dare un nome alle sue creazioni, l’artista opta per “Eloise”. Questo nome è attinto dalle letture
a cui si dedicava in un periodo della sua vita e che riguardavano le tristi vicende della Eloise amata da Abelardo,
relegata anch’essa in un lontano convento, così come le vecchie panchine buttate in uno squallido
angolo. Così l’autore ha pensato l’opera, volendo immaginarla restituita alla sua vita solare e rigenerata
con i suoi colori. Quest’opera nasce dopo che l’artista aveva sentito spandersi nell’aria alcune note molto
gradevoli provenienti da una graziosa chiesetta che segnalava le ore. Casalino rimase così colpito da quelle
melodie che pensò che la sua opera potesse amare così tanto la musica da poterla quasi emettere. Per
questa ragione “Eloise1” riporta su di sé i colori dei tasti di un pianoforte e il suo schienale è disegnato in
modo da emulare le canne di altezze differenti come quelle di un organo.