L’opera intitolata “Barcapensa” in marmo di Carrara è stata realizzata secondo il metodo del “taglio diretto”,
tecnica di lavorazione spesso usata da Girio Marsili. Nell’altorilievo ha voluto raffigurare un tipo di
violenza quale “l’esclusione”, non per come si può manifestare realmente ma ricercando oggettivamente
una composizione visiva di forme e poi di soggetti il cui fine è di fare intuire determinate sensazioni di tensione
visiva e di drammaticità al destinatario. Gli elementi utilizzati come il contesto, i soggetti, il diverso
trattamento delle superfici e il colore generato dalle diverse tonalità di luce e ombra partecipano ad un
concerto armonico di più elementi, dove ciascuno di essi assume un proprio peso visivo. Tutti gli elementi
devono essere predisposti per creare sensazioni oggettive per chi osserva l’opera. Il fine è generare sensazioni
profonde che possano coinvolgere lo spettatore.