L’altorilievo intitolato “Caino” in marmo di Carrara è stato realizzato secondo il metodo del “taglio diretto”.
Tale tecnica consente allo scultore di scoprire un poco alla volta la forma pensata all’interno del
blocco di pietra. Il processo mentale, che si applica in tale direzione, agevola chi scolpisce a osservare
l’evolversi complessiva dell’opera nel suo svelarsi. Questo sviluppa una sensibilità percettiva durante l’esecuzione su ogni traccia o segno lasciato dagli utensili soprattutto nelle fasi di sbozzatura e modellatura,
in modo da elevare delle parti non finite a un grado di forte espressività. Il pensiero a cui si rivolge l’espressione
artistica di Marsili è un percorso che al momento non si può ancora definire con un nome e con un
punto di arrivo. Un genere di violenza prodotta da cause storiche, dirette e indirette, di cui l’essere umano
viene inebriato e stordito; una storia che si ripete in modo ciclico di cui l’uomo non ne vede la fine se non
quando l’oltrepassa. L’artista dedica la sua attenzione e trae spunto da quei momenti dove tutto è statico,
quei pochi attimi prima della catastrofe. Immagina un rapporto tra i valori morali e un’etica universale,
dove pesa una figura biblica come “Caino”, il quale soffre per non aver accettato una volontà superiore
più forte e soprattutto indiscutibile.