Sin dal 2016, anno della sua fondazione, il brand di Stefano Giovannoni è stato caratterizzata da uno stile unico ed immediatamente riconoscibile. A distanza di quattro anni dalla sua fondazione, dopo aver dato alla luce una serie di prodotti di successo grazie a collaborazioni con designers internazionali come Marcantonio, Studio Job, Marcel Wanders, Nika Zupanc, Front e Andrea Branzi, Qeeboo è ora matura per il suo prossimo passo di crescita.
Per l’occasione si è creato un racconto fotografico in grado di stimolare la curiosità e catturare l’energia e la capacità espressiva della collezione. Il risultato è un'immagine artistica, pop, iconica, dai colori intensi, altalenante tra design e fashion.Immagini che vogliono raccontare lo spirito Qeeboo, un racconto nuovo per descriverne il mondo, tra fantasy ed arte.
“Dopo un inizio frenetico dove ci siamo spesso trovati a rincorrere alcuni prodotti presentati con una comunicazione spontanea e "street", in questo periodo difficile abbiamo sentito il bisogno di riflettere e rilanciare, rafforzando l'identità del brand. Oggetti come la Rabbit chair, il Kong o la "Giraffe in love" hanno segnato 3 consecutivi Saloni del Mobile ma l'iconicità e la forza del prodotto rischiava di prevalere sul brand, quasi che la riconoscibilità dell'oggetto potesse diventare un elemento di autonomia. Si trattava quindi di mettere a fuoco l'identità del brand con immagini che avessero la stessa forza espressiva dei prodotti. Gli oggetti Qeeboo sono spesso caratterizzati da un forte concept che permette di declinarli in diverse scale dimensionali; per questo motivo nella comunicazione c'era bisogno di farli interagire con una persona reale che ne evidenziasse dimensioni e poetica. Qeeboo è energia, immaginario e colore. Su queste basi si è creata una sorta di affinità elettiva con la fotografa Elena Iv-skaya da cui sono scaturite 20 immagini potenti che raccontano i prodotti e lo spirito Qeeboo nella sinergia fra design e fashion, fra immaginario e creatività. Un punto di arrivo e di ripartenza che ci permette di guardare avanti con fiducioso ottimismo.” Stefano Giovannoni
Intervista con Elena Iv-skaya
Hai mai collaborato con una azienda di design?
È la mia prima collaborazione con un noto marchio di design e devo dire che mi è piaciuto molto. Da sempre amo usare oggetti originali nelle mie immagini creative a tema "fashion" e gli oggetti Qeeboo sono stati una vera fonte di ispirazione per questo progetto. Si sono ben integrati nella mia visione fotografica per creare un risultato unico, dove il colore riveste un ruolo molto importante.
Com'è stata la tua collaborazione con Qeeboo, essendo un marchio di design rispetto alle sue abituali collaborazioni con i marchi di moda?
È stato incredibile incontrare Stefano, poter apprendere la sua visione creativa e originale e conoscere il suo team. La differenza più grande con un servizio fotografico di moda è stata che gli oggetti iconici di Qeeboo erano le star, e non le modelle. L'interazione tra modella e oggetto diventa la storia delle immagini che rivelano le loro sfaccettature poetiche e un pò surreali. La difficoltà maggiore è stata trovare un modo per rendere questa interazione originale ed allo stesso tempo mostrare l’uso dell'oggetto.
Come ha abbinato il suo linguaggio espressivo con i prodotti Qeeboo?
È stato un abbinamento perfetto. Il mio approccio creativo un pò surreale e minimalista si integra molto bene con il design di Qeeboo, pieno di mistero ma anche ironico. La parte divertente è stata sottolineare l'uso audace e anticonvenzionale del colore, che è una delle mie chiavi stilistiche. Per quanto riguarda il mistero, nella preparazione di questo shooting sono stata attratta dalle immagini in bianco e nero di Man Ray, che aveva un modo molto particolare di creare interazioni tra modelli e oggetti, dando loro una dimensione surreale e poetica.
Qual è la sfida più difficile del suo lavoro e qual è quella che le ha dato più soddisfazioni?
La cosa più importante è avere sempre un'interazione di qualità con la modella, mantenere un alto livello di energia sul set e soprattutto essere in grado di improvvisare e generare idee, rimanendo sempre concentrati sugli obiettivi del servizio fotografico in un ambiente organizzato e preparato. Questo anche per mantenere un certo livello di spontaneità e freschezza, seppure tutto sia già stato pianificato in anticipo. Essere fotografo, quando tutto questo funziona bene, è per me una grande soddisfazione.