Jacob Aue Sobol è nato in Danimarca ed è cresciuto nella periferia a sud di Copenhagen. Dopo essersi spostato dal Canada alla Groenlandia fino a Tokyo, nel 2008 ha fatto ritorno in Danimarca, dove ora vive e lavora. Ha studiato presso European Film College e, successivamente, è stato ammesso al Fatamorgana, scuola danese di fotografia d’arte. Qui ha sviluppato uno stile unico ed espressivo, caratterizzato dall’uso del bianco e nero.
Le sue immagini raccontano di emozioni e di condivisione. La presenza stessa dell’artista è riconoscibile nei suoi scatti tanto quanto i suoi distintivi tratti estetici, che vedono i bianchi staccarsi con violenza dai neri, eliminando ogni traccia dei mezzi toni. L’uso del bianco e nero è, infatti, utile all’artista per raggiungere in modo diretto le questioni essenziali, eliminando le specificità di spazio e tempo, rendendo così autonome le immagini. Il fotografo sembra immergersi sia stilisticamente sia psicologicamente all’interno dei suoi soggetti. Dal primo momento, il lavoro di Sobol sembra assumere il ruolo di diario documentario, che racconta della capacità dell’artista di entrare in relazione con le situazioni di cui parla. Il suo tratto stilistico s’inserisce allora nella tradizione della scuola di fotografia nordica, nata con Christer Strömholm e proseguita con Aders Petersen. Questa derivazione non si limita all’uso del bianco e nero ma trova corrispondenza anche nell’attenzione alla vita e alle relazioni che il fotografo riesce a instaurare con le diverse realtà che documenta. E’ possibile quindi parlare di un approccio personale e intimo alla fotografia. I suoi lavori sono il prodotto delle sue emozioni, per questo motivo cerca di bloccare il pensiero razionale, lasciando la composizione in balìa del suo inconscio. Lo scopo è allora creare un’immagine che possa essere interpretata attraverso l’immaginazione e l’emozione dell’osservatore.
I suoi progetti nascono quindi come specchio delle sue esperienze personali. Come in “Arrivals and Departures” ha attraversato, sul mitico treno della Transiberiana, la Russia. L’idea alla base di questi scatti è documentare le storie più intime delle persone che incontra nelle diverse città, utilizzando il treno come strumento di connessione tra le diverse realtà di Mosca, Ulan Bator e Beijing. Sebbene quindi tutto appaia nuovo agli occhi dell’artista, la sua ambizione rimane invariata: utilizzare la fotocamera come uno strumento per creare un contatto il più vicino e intimo, incontrando l’altro. Questi scatti ambiscono quindi a dire altro rispetto a quello che mostrano: focalizzare le emozioni e gli stati d’animo non ancora definiti sopra gli elementi capaci di stabilire connessioni e renderci dipendenti gli uni dagli altri. Così come nella mostra “Con TE” per la prima volta a Milano, in cui i suoi scatti diventano lo specchio delle sue emozioni e del suo sentire. Da CON–DIVIDERE. Con Te. Con noi.
MC2 Gallery
Via Malaga 4, Milano
Orari: da Martedì a Venerdì 15.00 -20.00