BIO:
La Galleria B4, nel cuore della zona Universitaria di Bologna, è stata fondata nel gennaio del 2011 per volere del professore Giorgio Celli insieme a Federica Rotelli e a Lodovico Pignatti Morano. Il prof. Celli aveva da sempre amato e gravitato intorno al mondo delle arti figurative, tessendo forti legami di amicizia con molti artisti. Conosceva bene le loro insoddisfazioni e il non sempre facile rapporto tra loro e le gallerie d’arte. Con l’apertura di uno suo spazio espositivo avrebbe cosi potuto dare occasione ad artisti bravi, ma allo stesso tempo solitari e timidi, di poter esprimere se stessi attraverso quel linguaggio artistico verso cui il professore proiettava tanto i propri interessi. Abbiamo aperto una galleria d’arte accanto al suo studio dove lui amava passare i pomeriggi pensando, leggendo, di fronte al suo caro teatro, dove durante gli spettacoli, in prima fila si fermava a sognare ad occhi chiusi. Siamo partiti con grande entusiasmo e grandi progetti con una buona squadra, poi abbiamo perso il nostro timoniere. Siamo rimasti in due, continuiamo a remare. . . speriamo nella giusta direzione. Lodovico Pignatti Morano. Aprire una nuova galleria d’arte, oggi, in tempi di evidente crisi culturale, soprattutto nel nostro paese, può costituire l’equivalente di una sfida, in realtà, vuole essere qualcosa di simile a un auspicio, un gesto di speranza in una futura ripresa della creatività, e della funzione estetica, vanto della poesia quanto della pittura. La nostra galleria non vuole essere rappresentativa di una corrente, o di una tendenza, non mira a divenire il tempio dell’astratto o del figurativo, punta sulla qualità, su quello che resterà sempre, per dirla in termini semplici, la “ buona pittura”. Le avanguardie del secolo appena passato erano l’espressione di gruppo, dagli espressionisti ai surrealisti, dall’informale alla pop-art. Noi crediamo invece al ritorno dell’artista solitario, dell’artigiano mistico e visionario, che produce in solitudine nel suo atelier, interpretando le emozioni di noi tutti. Una ipotesi “romantica”. Perché no? Giorgio Celli
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